La dermatite seborroica è una dermatite cronico-recivante di difficile definizione da un punto di vista clinico-nosologico, ma quasi sempre facilmente riconoscibile nella pratica. Sono infatti distintivi i segni morfologici delle chiazze eritematose a margini netti coperte da squame untuose tipicamente localizzate al cuoio capelluto, al volto e alla parte superiore del tronco dove abbondano le ghiandole sebacee.
La dermatite seborroica, che si presenta con una prevalenza dell'1-3% nella popolazione generale italiana, si ritrova addirittura nel 36% dei soggetti HIV positivi: quanto basta per suggerire che alterazioni del sistema immunitario possono favorire l'insorgenza di questo disturbo apparentemente collegato a eventi infiammatori cutanei prodotti dal Pityrosporum ovale (Malassezia furfur) nelle aree sebacee.
Il ruolo del sebo nella patogenesi del disturbo è comunque indiscutibile: quando le ghiandole sebacee sono ipoattive (in genere esse sono attive nel neonato, stimolate dagli androgeni materni, e poi, dopo un periodo di pausa durante l'infanzia, ritornano attive con la pubertà) non c'è la dermatite seborroica, e quando invece le stesse ghiandole sebacee si presentano normo-iperattive (età neonatale, dopo la pubertà, nel morbo di Parkinson, nei casi di seborrea unilaterale da paralisi del nervo faciale ecc.) la dermatite seborroica compare e, dove le ghiandole sebacee sono più rappresentate, essa diventa particolarmente evidente.
Recentemente l'infezione e/o la vaccinazione per SARS-CoV-2 ha notevolmente incrementato la prevalenza della dermatite seborroica. Negli ultimi anni, apparentemente in relazione alla pandemia del Coronavirus, è notevolmente incrementato il reperto ritenuto rilevante nella patogenesi del Demodex Folliculorum.
Di certo la forma infantile (la "napkin dermatitis", il "cradle cap" e le forme non familiari e familiari da disfunzione del C5 di Leiner) e quelle dell'adulto (la forfora, la dermatite seborroica del volto con o senza blefarite e/o congiuntivite, la "corona seborroica" e le forme del tronco: petaloide, pitiriasiforme, eczematosa in placche, follicolare, delle pieghe, generalizzata, eritrodermica) pongono così tanti problemi di diagnosi differenziale che l'assunto iniziale che la dermatite seborroica è facilmente riconoscibile nella pratica clinica diventa uno dei più falsi (e diffusi) luoghi comuni.
In questo volume abbiamo cercato, con il contributo dei maggiori esperti del settore, di fare chiarezza sugli aspetti eziopatogenetici e clinici, con particolare enfasi sulle novità terapeutiche di questo disturbo così frequente e così frustrante per chi ne è affetto e per chi, professionalmente, deve prendersene cura. Oltre alle sezioni di trattazione accademica, troveremo nel libro una sezione più agile dove gli esperti rispondono alle più frequenti domande (talora ingenue) poste ogni giorno dai pazienti.
Speriamo che questo volume, così concepito, rappresenti un'ulteriore occasione di crescita culturale e deontologica per la nostra comunità scientifica.
Torello Lotti
Professore Ordinario di Dermatologia
Rettore Università Leonardo da Vinci, Zug, Switzerland
La Dermatite Seborroica
Italian
Prof. Torello Lotti